Natura e scopi delle società segrete tradizionali

Uno degli argomenti più dibattuti all’interno del vasto e sfaccettato panorama dell’esoterismo riguarda la natura e lo scopo delle società segrete.

Se la pubblicistica scandalistica le dichiara spesso artefici di ogni tipo di nefandezza, onde solleticare il desiderio di mistero dei suoi lettori, è noto ai ricercatori dello spirito che le società segrete tradizionali sono una realtà innanzitutto spirituale ed esoterica, prima ancora che storica. Anzi, la loro esistenza è innanzitutto a-storica e meta-storica prima che manifestazione temporale del loro eggregore.

Nel presente articolo cercheremo di chiarire quali siano le caratteristiche di tali società, il loro raggio di azione e il loro scopo. E’ bene chiarire da subito che ci riferiremo soltanto alle società segrete tradizionali in senso pieno del termine, ossia a quelle società che rappresentano una modalità di azione della Tradizione Primordiale e della sua trasmissione, non faremo quindi alcun riferimento alle società segrete “profane” ossia a quelle che perseguono scopi politici o criminali o che appartengono a quella che Guenon chiama pseudo-iniziazione.

Per beneficio di metodo, esporremo in modo schematico le nostre riflessioni iniziando dalla prima parola del nostro argomento, le società segrete tradizionali, e cioè la parola “società”.

Le forze tradizionali e gli iniziati possono prendere, per motivi contingenti, la forma di società o associazioni segrete ma ciò non rappresenta la norma.

Generalmente la Tradizione agisce attraverso singoli iniziati ed è, in realtà, raro che questi si associno in ordini più o meno noti, se non per meglio raggiungere i loro scopi.

Un caso emblematico è quello dei veri Rosa+Croce, usciti dalla loro oscurità nel 1614 e attivi per un periodo brevissimo fino alla loro totale scomparsa e ritorno nell’oblio da cui erano emersi per una manciata di anni.

E’ un atteggiamento tipicamente moderno ed occidentale il voler identificare una sigla o una struttura di riferimento di una data tradizione, ma in realtà si dovrebbe prestare più attenzione a ricercare innanzitutto la linea tradizionale e un maestro autentico che la trasmetta. Tali linee tradizionali, se ritengono ed è confacente ai loro disegni possono, per un periodo di tempo più o meno limitato, anche costituire una struttura di società o di ordine, ma ciò non è assolutamente la norma, anzi per certi versi è una deviazione dell’iniziazione autentica che per definizione va da bocca a orecchio, da uomo a uomo, da iniziatore ad iniziato.

Il mondo esoterico e tradizionale è un fiume sotterraneo che scorre in modo indipendente e nascosto rispetto alla realtà quotidiana, pertanto una linea realmente tradizionale molto difficilmente troverà conformazione in una associazione alla luce del sole ma si sposterà e agirà attraverso i singoli iniziati e i singoli maestri, capaci di trasmettere realmente quella data iniziazione.

Tuttavia, lo ripetiamo, è possibile che tali tradizioni si diano una struttura societaria e qualora questo accada è norma che la gerarchia esteriore, potremmo dire “burocratica”, di tali società non rappresenti mai la reale gerarchia iniziatica e, come corollario, è bene chiarire che tutte le società segrete tradizionali sono sempre dirette da individui totalmente ignoti che la tradizione esoterica chiama, non a caso, Superiori Incogniti.

Giungiamo a questo punto a chiarire i significati profondi della seconda parola del termine che stiamo studiando e cioè la parola “segrete”.

Il mondo profano vede nel “segreto”, qualunque esso sia, una fonte certa di malaffare. In realtà nel dominio iniziatico il Segreto è una componente fondamentale del percorso ma è bene che questo termine, spesso mal compreso, venga chiarito una volta per tutte.

Le società segrete tradizionali sono, appunto, segrete in tre sensi.

In primo luogo esse occultano in tutto o in parte la propria esistenza o i nomi dei loro membri pertanto esse sono appunto segrete. Mentre alcune società segrete hanno perso questo carattere, si pensi alla Massoneria la cui esistenza è ormai nota pressoché a tutti insieme alla identità di molti degli iniziati, altre l’hanno invece mantenuto in modo ortodosso.

In secondo luogo sono segrete nel senso che possiedono dei segreti che definiamo esteriori. Tali segreti esteriori sono tutti i riti, le cerimonie, i metodi di riconoscimenti specifici della singola società segreta e che vengono mantenuti strettamente riservati dagli appartenenti.

In terzo luogo e in senso complementare ai segreti “esteriori” vi è l’esistenza di un segreto “interiore” ossia al vero e proprio Segreto Iniziatico, cioè l’essenza profonda dell’insegnamento della singola società segreta o ordine iniziatico.

Tale segreto è inviolabile in quanto totalmente incomunicabile e comprensibile solo per intuizione, peraltro progressiva, favorita e assistita dalla comprensione profonda dei simboli propri della singola linea tradizionale.

A questo punto dobbiamo chiarire che la segretezza è, tolte necessità contingenti dovute alla sicurezza fisica dei membri, un metodo di insegnamento importante per creare un primo spazio interiore di silenzio e al contempo un importante monito affinché i segreti non vengano sviliti attraverso le chiacchiere profane.

Al contempo la segretezza, sussiste anche come simbolo e quindi un appoggio “fisico” per raggiungere realtà metafisiche. Essa appartiene quindi anche all’apparato simbolico della singola linea tradizionale e peraltro rappresenta un importante fattor comune di tutte le tradizioni regolari.

Infine spieghiamo ora la terza ultima parola del nostro argomento e cioè la parola “tradizionali”. Tale tema è altamente dibattuto nel mondo esoterico in quanto chiave di volta dell’intero discorso. La domanda delle domande è; quando è possibile dichiarare tradizionale, ossia regolare, una società segreta o un ordine iniziatico?

Nel tempo questo argomento ha fatto nascere una vera e propria guerra di brevetti, patenti, documenti e sigilli notarili da far venire un mal di testa che da solo basterebbe a far desistere dalle ricerche.

In realtà ridurre l’argomento ad argomentazioni di avvocati svilisce l’altezza metafisica di ciò di cui stiamo parlando.

Innanzitutto è bene chiarire che una società segreta o ordine iniziatico è tradizionale quando esso è conforme alla Tradizione Perenne nei suoi mezzi, insegnamenti e scopi. Questa tuttavia è una condizione necessaria ma non sufficiente poiché può essere detenuta anche dalle società pseudo-iniziatiche, ossia quelle che ricalcano società iniziatiche ma non sono in possesso di alcunché di metafisico.

Come seconda condizione fondamentale una società segreta è tradizionale quando è regolare ossia quando è in possesso di una reale influenza spirituale, la cui catena di trasmissione permane ininterrotta.

Ciò sbarra la porta a tante fantasie moderne e alle società pseudo-iniziatiche, poiché come abbiamo detto il collegamento tradizionale deve essere reale cioè effettivamente ricevuto di persona, escludendo qualunque possibilità di auto-iniziazione, di “richiamo ideale” o di “iniziazioni in astrale”.

Questo basta a fare piazza pulita di tanti ordini e conventicole esistenti, in alcuni casi numerose, ma senza nulla di neanche vagamente tradizionale ma appartenenti soltanto alla categoria del “revival iniziatico”, leggasi “carnevalate”.

Quindi riepilogando ed espandendo, le caratteristiche delle società segrete tradizionali o, a questo punto pensiamo di essere stati chiari, degli ordini iniziatici tradizionali sono le seguenti:

  • sono regolari cioè in possesso di una reale influenza spirituale, trasmessa in modo diretto

  • sono conformi alla Tradizione Primordiale nei loro scopi, mezzi e insegnamenti

  • possiedono un Segreto Iniziatico, per sua natura incomunicabile e di conseguenza e inviolabile

  • possiedono dei segreti secondari (simbolici rispetto al Segreto incomunicabile o funzionali alla sua realizzazione) e cioè cerimonie, riti, parole sacre, oggetti specifici

  • non sempre assumono una forma di società

  • qualora creino una società non sono noti i suoi fondatori e la gerarchia manifesta non è mai quella reale

  • sono sempre assistiti da elementi non umani

  • sono richieste specifiche qualifiche per essere ammessi o ricoprire determinate funzioni

Come corollario di quanto abbiamo appena affermato e data soprattutto l’esistenza di una gerarchia e delle qualificazioni iniziatiche sia per l’accesso che per l’esercizio di determinate funzioni, tra cui normalmente spicca la possibilità di iniziare altri individui, è evidente come gli ordini iniziatici tradizionali non siano mai stati, non siano e non saranno mai in alcun modo né democratici né egualitari, anzi sono la discesa e applicazione manifesta del principio superiore di “gerarchia”.

Al contempo, come è evidente, essi non si rivolgono a tutti gli individui indiscriminatamente e non offrono la propria iniziazione “alla società civile”, anzi ciò rappresenta una gravissima degenerazione.

Riteniamo di aver dato una panoramica approfondita della natura degli ordini iniziatici tradizionali tale da comprendere facilmente come essi non perseguano assolutamente alcun tipo di generico perfezionamento morale dell’individuo, se non in via del tutto accessoria e come base ai loro scopi ultimi.

Relativamente a questi, sempre più spesso si sentono, anche da coloro che invece dovrebbero conoscere la realtà dei fatti, scopi che invero nulla hanno a che vedere con quelli reali portati avanti dalle realtà oggetto del nostro studio.

Lo scopo non è quello della conoscenza del sé, e su questo punto ci si intenda bene: punto fermo della realizzazione è, assolutamente, la conoscenza del sé ma di quello che viene definito nell’esoterismo come “sé superiore”, e non quello che viene definito “sé” da un punto di vista meramente psicologico, punto di vista ultimamente divenuto spesso predominante negli ordini iniziatici ma che nulla ha a che vedere con l’iniziazione. Così anche lo scopo non è quello del perfezionamento morale, non è quello della libertà per tutti gli uomini o altre simili istanze civiche.

Tutti questi scopi sono nobili ma affatto tradizionali e peraltro possono essere portati avanti con ben più fortuna da altre organizzazioni, siano esse politiche o di altra natura.

Gli scopi ultimi, veri, degli ordini iniziatici tradizionali, secondo le definizioni che abbiamo dato, sono solo due e precisamente quelli di esercitare e trasmettere la propria influenza spirituale e di tramandare la conoscenza dei rapporti che esistono tra l’Uomo, Dio e l’Universo.

Tutto il resto in qualunque guisa venga presentato è soltanto accessorio a questi due scopi quando non in aperto contrasto.

Il singolo iniziato quindi è chiamato, certamente, a conoscere sé stesso onde costruire la base per conoscere la Natura e Dio.

Al contempo egli non è chiamato al dialogo con gli stati superiori ma al loro possesso effettivo e cioè alla loro realizzazione ossia egli è chiamato ad operare una reale trasmutazione, il cui fine ultimo è sempre stato, è e sarà sempre unicamente la reintegrazione nello stato primordiale, edenico secondo alcune tradizioni, o come si usa dire in certi ordini iniziatici “nelle primitive proprietà, virtù e potenze spirituali e divine”.

Questo è il fine ultimo di ogni iniziato e di ogni insegnamento tradizionale, quindi un fine eminentemente spirituale, scevro da qualunque tipo di psicologia fine a sé stessa, scopo politico o moraleggiante nonché da qualunque altro scopo che non sia determinante per il raggiungimento del loro fine ultimo, fine che abbiamo chiarito in modo preciso.

BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA:

– “Considerazioni sulla via iniziatica”, René Guenon, I Libri del Graal, 2010

– “Melanges”, parte seconda, René Guenon, Centro Studi Guenoniani, data imprecisata

– “Iniziazione e realizzazione spirituale”, René Guenon, Luni Editrice, 2014

– “Orientamenti iniziatici”, Paolo M. Virio, Simmetria Edizioni, 2014

– “L’esoterismo e la morale”, in “Introduzione alla Magia” vol.2, Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee, 2006

– “La tradizione e la realizzazione”, in “Introduzione alla Magia” vol.2, Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee, 2006

– “Aristocrazia e ideale iniziatico”, in “Introduzione alla Magia” vol.3, Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee, 2006

– “Sui limiti della “regolarità” iniziatica”, in “Introduzione alla Magia” vol.3, Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee, 2006

 

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