Il Taoismo, il Qi e le arti marziali interne

Come tutti quelli nati alla fine degli anni ‘80 siamo cresciuti con il mito di Bruce Lee, guardando cartoni animati giapponesi come L’Uomo Tigre e Ken il Guerriero e cercando di imitarne i movimenti esplosivi e letali con i nostri amici. Divenendo più adulti, grazie a letture approfondite, abbiamo compreso che c’era un universo intero di meditazione, di millenni di spiritualità e di pratica marziale dietro a ciò che vedevamo nelle sequenze dei cartoni animati ma quel mondo spesso rimaneva chiuso ed ermetico e molti maestri occidentali in realtà erano più impegnati a far allenare i propri allievi per le gare che a trasmettere la tradizione di cui, in teoria, erano epigoni.

Abbiamo avuto la fortuna di conoscere il Maestro Antonello Frau per caso e grazie a degli amici comuni potendo apprezzare da subito la preparazione e la serietà, cose rare in questo campo. Abbiamo avuto l’onore di poterlo intervistare per i nostri lettori.

Il Maestro Frau si è laureato in Economia e Commercio col massimo dei voti, si appassiona alla Filosofia Taoista nel 1990, anno in cui si iscrive alla Scuola Interiore Taoista “Tao Chuan” che frequenta prima come praticante di Arti Marziali Interiori, poi come Istruttore fino a conseguire il titolo di Maestro.

Nel 2010 Fonda l’Associazione Italiana Arti e Discipline Taoiste Tao Chuan, di cui è presidente, per cercare di diffondere e promuovere lo studio della Filosofia Taoista con la convinzione che la saggezza in questa contenuta possa apportare notevoli benefici sia al singolo che all’intera collettività.

Nel 2003 frequenta un primo seminario introduttivo di Feng Shui con la Scuola Creative Feng Shui e la sua passione per il Taoismo si arricchisce di una solida base teorica che gli consente di diplomarsi Consulente Professionista Feng Shui.

Il suo percorso nelle pratiche Taoiste, sia nelle Arti Marziali Interne che nel Feng Shui prosegue ininterrotto nel tempo consentendogli di acquisire competenze sempre maggiori, raffinate con l’esperienza sul campo.

Segnaliamo il sito ufficiale della sua scuola per ulteriori materiali, approfondimenti e contatti:

http://artiedisciplinetaoiste.altervista.org/

1) Maestro Frau, lei pratica arti marziali da più di 30 anni ormai. Ci racconti la sua storia.

La mia passione per il Kung Fu e per il Taoismo nasce nel 1990 quando, da sempre attratto dalle arti marziali, entrai nella Scuola Taoista Tao Chuan, fondata dal Maestro Gianni Galizia, Scuola che non ho mai lasciato e di cui ho l’onore di proseguire gli insegnamenti.

Per chi non ha avuto la fortuna di conoscere Maestro Galizia, posso solo dire che è stato uno dei pochi occidentali ad essere arrivato a livelli così alti negli stili interni di Kung Fu e nella pratica delle Discipline Taoiste. Così come gli antichi Maestri Taoisti, la sua pratica non si esauriva nelle Arti Marziali. Era infatti anche un profondo conoscitore dell’utilizzo dell’energia, il Qi Gong, ed un abile agopuntore ed esperto di Medicina Cinese, tant’è che ha formato numerosi medici in questo campo.

Grazie alla Scuola Tao Chuan ho potuto conoscere una filosofia, come quella Taoista, tanto semplice nei concetti quanto affascinante nelle sfumature che continuo a scoprire ogni giorno di più e ad applicare nella vita quotidiana. Infatti, a differenza di altre filosofie o scuole di pensiero, la pratica Taoista è molto pragmatica e può essere applicata alla vita di tutti i giorni e, allo stesso tempo, può fornire gli strumenti per poter accrescere la propria energia, stare meglio in salute e, se ciò fa parte delle proprie aspirazioni, elevarsi spiritualmente.

2) Può spiegare a beneficio dei nostri lettori la differenza tra Arti Marziali Interne ed Arti Marziali Esterne?

Le Arti Marziali Interne si chiamano così perché sono collegate all’utilizzo dell’energia interna, il Qi, così come viene chiamato dai cinesi. Nelle Arti Marziali Interne si cerca di rinforzare, convogliare ed indirizzare il Qi a fini marziali e, per fare ciò, si utilizzano delle metodiche specifiche basate sulla respirazione, la corretta posizione del corpo e la giusta esecuzione del movimento marziale.

Le Arti Marziali Esterne si caratterizzano per impiegare nel combattimento prevalentemente capacità fisiche quali la forza, la potenza e la velocità che, abbinate ad un corretto posizionamento del corpo, creano il movimento marziale “esterno”. Gli stili esterni ricercano soprattutto lo sviluppo muscolare, sia in termini di potenza che di velocità, e la resistenza sia fisica che al dolore.

Per la mia esperienza ritengo che le arti marziali interne riescano ad essere più efficaci, pur richiedendo più tempo di pratica rispetto a quelle esterne, ma, rispetto a queste, hanno il non trascurabile effetto collaterale di consentire di mantenere un buono stato di salute.

3) Nella sua scuola, la Scuola Taoista Tao Chuan, insegna gli stili interni. Come mai questa scelta?

Essendo la nostra una Scuola Interiore Taoista, nella quale lo studio dell’energia è fondamentale, l’insegnamento degli stili interni, il Taijiquan, lo Xingyiquan e il Baguazhang, basati proprio sull’utilizzo del Qi, è logica conseguenza.

Le Arti Interne Taoiste, come le nostre, rappresentano un immenso patrimonio di tecniche, metodi, sistemi interni ed esterni per coltivare, raffinare, potenziare e riprodurre le proprie risorse energetiche. Secondo il pensiero Taoista, la pratica costante delle tecniche di coltivazione energetica può portare non solo alla longevità e alla prevenzione delle malattie, ma anche al ringiovanimento fisico e costituire addirittura la base per il raggiungimento dell’immortalità.

La coltivazione ed il potenziamento dell’aspetto prima corporeo, poi energetico ed infine spirituale, proprio della Pratica Taoista, rappresenta la ricerca della possibilità di arrivare a dominare la dimensione materiale per poi superarla e, infine, abbandonarla, in un processo di sviluppo, come detto, prima fisico, poi energetico e, infine, spirituale.

4) Le arti marziali nascono come meccanismi di autodifesa, questo almeno nell’immaginario collettivo. Oggi nel 2022 è oggettivamente più raro che serva difendersi a mani nude. Cosa hanno da insegnare all’uomo moderno occidentale le arti marziali?

Per la nostra Scuola il combattimento esterno risulta secondario rispetto al “combattimento interno” con i “demoni” che limitano la nostra crescita interiore. Il combattimento viene considerato come “l’ultimo rimedio” e, nonostante con la nostra pratica si impari a difendersi, viene data maggiore importanza ad altri aspetti quali il proprio equilibrio psico-fisico e l’autocontrollo.

Questi si traducono, nella vita concreta, nell’acquisizione delle capacità di affrontare le difficoltà nel miglior modo possibile. La nostra pratica prevede il contatto fisico e, per ciò stesso, consente di acquisire maggiore sicurezza anche in un combattimento su strada che, come detto, per quanto possibile, si cerca sempre di evitare.

Il mio Maestro, Alessandro Scalas, molto conosciuto anche per il suo trascorso da buttafuori nei locali, raccontava di come spesso non fosse necessario arrivare allo scontro fisico, ma bastasse una battuta di spirito per smorzare gli animi ed evitare problemi, “soprattutto a loro”.

Per rispondere, in sintesi, a questa domanda potrei dire che la disciplina, l’autocontrollo, la lucidità mentale che una pratica come la nostra ti consente di acquisire sono caratteristiche utili in qualsiasi ambito della vita e non solo nel combattimento. È molto più probabile essere coinvolti in uno scontro con i colleghi al lavoro che in uno scontro con dei teppisti per strada, ma il giusto atteggiamento mentale e l’autocontrollo ti aiuta in entrambi casi.

5) In occidente conosciamo le arti marziali spesso attraverso i film. Queste pellicole, a suo parere, hanno fatto più male o bene al mondo delle arti marziali?

È difficile dirlo, anche perché sulle arti marziali sono stati girati una miriade di film; dai primi, forse un po’ ingenui, degli anni settanta alle sofisticate pellicole dei nostri tempi.

Spesso sottinteso a questi film c’è il messaggio nascosto dell’invincibilità, della capacità di affrontare e sconfiggere qualsiasi avversario. Si tratta, a mio avviso, di un messaggio fuorviante, anche perché si mitizza una figura, quella dell’artista marziale che viene ricondotta al semplice combattimento, tralasciando l’aspetto di ricerca proprio di tutte le Arti e, quindi, anche delle Arti Marziali.

Penso che sia solo l’oggetto della ricerca a differenziare un artista marziale da un altro: se il fine è quello di acquisire la migliore efficacia delle proprie tecniche per il combattimento, la ricerca sarà indirizzata verso la migliore esecuzione dei movimenti marziali ricercando, in schemi di combattimento collaudati, la maggiore velocità o potenza del colpo.

Se, come nel mio caso, il combattimento appare quasi secondario rispetto all’individuazione del movimento e della postura ideali, la ricerca sarà indirizzata verso lo studio del migliore posizionamento del proprio corpo rispetto alla tecnica che si applica.

Per la mia visione delle Arti Marziali, è lo studio del movimento a rendere l’Arte Marziale…“Arte”.

Questo implica la necessità di rivedere continuamente i propri schemi, modificarli e, se possibile, perfezionarli. In questo si rispecchia lo spirito della nostra Scuola, riassunto nella frase del nostro Capo Scuola “Ognuno è Maestro di sé stesso”.

 

6) Quanto è importante conoscere la Filosofia Taoista per essere un buon praticante?

 

Penso che ad una persona che stia facendo un percorso di sviluppo e di ricerca in questo ambito venga naturale cercare di capire le ragioni profonde sia del suo percorso che della sua pratica. Se non c’è questo interesse, al di là della palestra e della disciplina praticata, ci si accontenta della parte più superficiale di quello che si sta facendo, perdendo, in questo modo, probabilmente la parte più utile per sé stessi.

È anche vero che, essendo un percorso individuale, ognuno sceglierà quello a lui più congeniale: alcuni si concentreranno prevalentemente sulla parte marziale, altri andranno oltre cercando di approfondire anche i fondamenti della propria pratica, altri ancora non riusciranno a proseguire né la prima né la seconda e, col tempo, abbandoneranno la ricerca.

Ognuno percorrerà la propria “Via”, come spesso viene tradotto il termine Tao in occidente, secondo le proprie convinzioni ed il proprio sentire e, gli antichi Maestri Taoisti, ben sapendo ciò, si guardavano bene dal dare precetti o regole, limitandosi a dare delle indicazioni.

Il Maestro si limita ad indicare la strada, ma è il praticante che poi la deve percorrere.

7) Quali sono i principi base della filosofia che sta dietro alle arti marziali interne, tanto fisici quanto filosofici?

Come detto, le Arti Marziali Interne sono collegate all’utilizzo dell’energia interna che, tramite metodiche specifiche, si cerca di rinforzare, convogliare ed indirizzare a fini marziali. Questo può considerarsi una base comune a tutti gli Stili Interni, anche se ciascuno di questi ha caratteristiche proprie, sia per quanto riguarda i principi fisici che quelli filosofici.

Il Taijiquan si ispira alla teoria dell’interazione tra le due energie dello Yin e dello Yang che, alternandosi ciclicamente, in natura come nell’essere umano, scandiscono l’esistenza e dirigono le funzioni vitali, fisiche e spirituali. In quest’arte si fondono questi due principi energetici opposti e complementari: il morbido ed il duro, il lento ed il veloce, l’interno e l’esterno, il vuoto ed il pieno.

Tradotto in termini fisici, un attacco ha una parte Yang, il pugno, ma, nello stesso tempo, ha una parte Yin, la parte che si scopre colpendo. Sfruttando questo principio si evita di opporre la propria forza a quella dell’avversario, ma si cerca di creare il vuoto (Yin) dove far cadere il colpo (Yang) dell’avversario e, allo stesso tempo, si cerca di portare un colpo (Yang) sulla parte scoperta (Yin).

Il Taijiquan è uno strumento di coltivazione delle proprie potenzialità fisiche, energetiche e spirituali. Non mira solo al riequilibrio della circolazione energetica all’interno del corpo, promuovendo la salute e la longevità, ma consente anche di ottenere uno stato di quiete proprio della meditazione.

Lo Xingyiquan trova il suo principio fondante nella teoria dei 5 elementi. Dall’interazione dello Yin e dello Yang nascono cinque elementi: il legno, il fuoco, la terra, il metallo e l’acqua. Ciascuno di questi si presenta in tutte le manifestazioni naturali, dalle stagioni agli organi, dai sapori alle tipologie umane. Nello Xingyiquan i “5 elementi” si traducono nei “cinque pugni”: Beng (legno), Pao (fuoco), Heng (terra) Pi (metallo) e Zuan (acqua) che hanno caratteristiche proprie di ciascun elemento.

Questo Stile si caratterizza per movimenti diretti e dirompenti, dove la ricerca dell’efficacia e dell’esplosività rendono il corpo fluido, sciolto come una frusta e pesante come un macigno, promuovendo la mobilità articolare, l’equilibrio e la circolazione dell’energia.

Il Baguazhang si rifà alla teoria degli 8 trigrammi. I trigrammi sono composti da tre linee che possono essere intere (Yang) o aperte (Yin). Le 8 combinazioni possibili di Yin e Yang danno vita a 8 principi energetici costituenti l’ordine naturale del cosmo e dell’essere umano.

È uno Stile che si caratterizza per i movimenti circolari e per la camminata in Cerchio e, insieme alla forma e ai metodi specifici di respirazione e di mobilizzazione energetica, rappresenta un’antica pratica di coltivazione del sé, di potenziamento e di meditazione.

Da quanto detto spero si sia intuito come la Filosofia Taoista permei nel profondo le Arti Marziali Interne. Queste risultano strutturate su principi che mirano ad allineare l’essere umano ai cicli energetici naturali e che ne scandiscono la vita, promuovendone quindi l’armonia interiore e salute.

Gli stessi principi, lo Yin e lo Yang, i cinque elementi o gli otto trigrammi possono essere utilizzati nelle diverse Discipline Taoiste: dalla Medicina Cinese al Feng Shui, dall’alimentazione alla meditazione e alle discipline marziali.

L’approccio della nostra Scuola è proprio quello di cercare di fornire sia gli strumenti teorici che quelli pratici applicabili ai diversi ambiti della vita e stimolare l’interesse per la Filosofia Taoista, promuovendone lo studio, sia per il proprio sviluppo personale sia per cercare di approfondirne, per quanto possibile, altri aspetti finora nascosti.

 

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